Ficha Corrida

25/09/2015

Dallagnol compara a Lava Jato à Alemanha Nazista

OBScena: cartaz nazista denunciando a corrupção na Alemanha Nazista, qualquer semelhança é mera coincidência

nazismo - cartaz nazista denunciando corrupção no governo alemãoTodos sabemos que Hitler não era alemão mas austríaco, terra também de outro grande personagem da História, Freud. A comparação, como diria o pai do “psicanalhismo” moderno, foi um tremendo ato falho. Faz todo sentido quando vemos a marcha dos zumbis, aos quais Dallagnol faz coro, portando suásticas. A descoberta recente a respeito da Volkswagen também não recomendaria qualquer comparação com a Alemanha. Mas fazer o quê quando o inconsciente fala mais alto…

Será coincidência que as posições de Dallagnol se assemelham às de Gilmar Mendes, que chamou o TSE de Tribunal Nazista?! Por que esta obsessão com o pessoal de Goebbels!?

Se o pessoal da Lava Jato é profissional honesto, decente e competente precisamos urgente uma CPI para investigar o que está acontecendo com os demais. Tenho a impressão, quando vejo o périplo Bob Esponaja do MPF por Igrejas, MBL, que prega o impeachment, que foi colocado na Lava Jato para melar a investigação. Diante de tamanha imbecilidade, só não me venham dizer que a indicação se deve ao nível de sua inteligência.

Aliás, os três patetas (Igor Romário de Paula, Carlos Fernando Lima, Deltan Dallagnol) deixam os originais, como se dizia antigamente, no chinelo…

Dallagnol: Lava Jato irá se reinventar como a Alemanha

Coordenador da força-tarefa da investigação da Lava-jato no Ministério Público Federal no Paraná, o procurador Deltan Dallagnol, lamentou a decisão do STF de fatiar as investigações da operação: “Agora, temos que nos aprender a nos reinventar, nós devemos nos adaptar à realidade, a realidade está posta e como pessoas, como países que sofrem derrotas, como a Alemanha que sofreu derrotas na primeira e na segunda guerra, nós devemos ser capazes de ser maleáveis e nos reerguer e lutar para continuar construindo um país melhor para nós e para as futuras gerações”

25 de Setembro de 2015 às 06:31

247 – O coordenador da força-tarefa da investigação da Lava-jato no Ministério Público Federal no Paraná, o procurador Deltan Dallagnol, lamentou a decisão do Supremo Tribunal Federal de fatiar as investigações da operação. Segundo ele, foi uma derrota para o grupo.

“É claro que a investigação acaba sofrendo com a sua divisão. Nós vamos lutar e trabalhar arduamente para que não haja grandes perdas. Pelo contrário, para que consigamos agregar, a partir dessa derrota que nós tivemos no Supremo Tribunal Federal”, disse.

Em Nova York representando a força-tarefa do Ministério Público Federal no prêmio Global Investigation Review, ele citou o caso da Alemanha na Segunda Guerra dizendo que a Lava Jato vai se "reinventar":

“Agora, temos que nos aprender a nos reinventar, nós devemos nos adaptar à realidade, a realidade está posta e como pessoas, como países que sofrem derrotas, como a Alemanha que sofreu derrotas na primeira e na segunda guerra, nós devemos ser capazes de ser maleáveis e nos reerguer e lutar para continuar construindo um país melhor para nós e para as futuras gerações”, completou.

Leia aqui reportagem de Catarina Alencastro sobre o assunto.

Dallagnol: Lava Jato irá se reinventar como a Alemanha | Brasil 24/7

10/07/2015

Quem trabalha mais, os gregos ou os alemães?

Filed under: Alemanha,Grécia,Trabalho Escravo — Gilmar Crestani @ 10:03 am
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É muito comum os ricos jogaram para cima dos pobres a culpa pela própria pobreza. Quem ainda não ouviu a velha lengalenga do “dar a cada um o que é seu”? Aos ricos, a riqueza; aos pobres, a pobreza.

Normalmente o que se houve é que os pobres trabalham menos ou são vagabundos. No caso europeu, a OCSE publicou estudo que comprova que os gregos são os que mais trabalham na Europa. O que significa que não é o trabalho que dignifica o homem, mas o roubo. Os alemães, que até hoje não pagaram os prejuízos da guerra insanda do Führer, continuam sugando o trabalho dos europeus.

In Europa chi lavora di più sono i lavoratori greci

di Carlo Santi (sito)giovedì 9 luglio 2015

Quali sono i paesi in cui si lavora di più? La Grecia è al 1° posto in Europa ed è il 4° paese più laborioso al mondo, dopo Messico, Costa Rica e Corea del Sud.

La prima cosa da dire è che sono in molti che considerano i tedeschi e gli italiani grandi lavoratori e vedono i greci come dei fannulloni. Invece gli italiani sono a metà classifica, al 22° posto, mentre i tedeschi risultano ultimi nella lista stilata dall’OCSE e riferita al 2014. Per cui i ‘fannulloni’ eventualmente sono proprio i tedeschi mentre gli italiani lavorano di più persino dei francesi, dei belgi, degli olandesi, degli inglesi e di tanti altri. Comunque sia, nessun lavoratore europeo lavora più di un collega greco.

L’Organizzazione per la cooperazione e lo sviluppo economico (OCSE), ha pubblicato giovedì 9 luglio le cifre riferite alle ore lavorate per lavoratore all’anno, aggiornate al 2014 e riferite ai paesi più industrializzati. Le cifre indicano che il paese europeo, dove i dipendenti lavorano più ore di tutti, è appunto la Grecia e quello dove si lavora di meno è la Germania. La differenza fra ore lavorate dai greci, rispetto ai colleghi tedeschi, è pari a 671 ore, quasi il 50% in più. Fra tutti i paesi industrializzati al mondo, è il Messico che guida la classifica con 2.228 ore all’anno (vedi documento allegato all’articolo).

Il metodo statistico OCSE

È importante tener presente che la classifica dell’OCSE considera i lavoratori a tempo pieno, anche se temporanei, e i lavoratori part time. Pertanto, paesi come l’Olanda o la Germania, che contano su alti livelli di occupazione a tempo parziale, hanno potenzialmente un minor numero di ore per dipendente rispetto ad altri in cui il part time non è molto diffuso.

Il fatto più interessante è che i dati dimostrano che le ore di lavoro per dipendente in Germania sono state ridotte in modo significativo negli ultimi due decenni, mentre in Grecia sono aumentate in modo consistente, anche se il paese ellenico ha il più alto tasso di disoccupazione in Europa.

Il sistema lavoro in Grecia

Il primo paese europeo della lista OCSE è la Grecia, con una media lavorativa pari a 2.042 ore annue per dipendente. La Grecia ha anche un altro primato poco invidiabile: è il paese europeo con il più alto tasso di disoccupazione, pari al 26,6% nel 2014 secondo i dati OCSE. Quindi, in Grecia vivono un orario di lavoro prolungato, per cui all’alta disoccupazione corrisponde, purtroppo, anche una bassa produttività. Solo l’11% della popolazione ha un lavoro che si possa definire ‘stabile’, per cui oggi il part time sta prendendo sempre più piede, anche perché non è facile trovare un impiego a tempo pieno. Ora sono due terzi i greci che lavorano meno di 30 ore settimanali, stabilendo così la più alta percentuale di lavoratori part time fra tutti i paesi monitorati dall’OCSE.

Dove si lavora di meno, si produce di più

All’estremo, rispetto alla Grecia, troviamo i paesi ove si lavorano meno ore all’anno e questi sono concentrati principalmente in Europa centrale e settentrionale. I paesi, in cui si lavora meno di 1.500 ore all’anno di media, sono: Francia, Danimarca, Norvegia, Olanda e Germania. Si tratta, però, di paesi con elevata produttività e con una maggiore presenza industriale. In questi paesi il PIL pro capite è molto più alto rispetto a quelli in cui si lavorano più ore.

Quindi, la chiave del successo è la produttività, ma anche il fatto che esiste un maggior numero di persone che lavorano, anche se lo fanno per meno ore. Questo dato indica che la piena occupazione dovrebbe essere l’obiettivo primario di ogni governo e chi lo può assicurare sono le imprese sane, non le banche o le speculazioni finanziarie. Purtroppo, sembrano essere in pochi a capirlo.

Le differenze fra i settori economici produttivi

La differente composizione settoriale dell’economia, che crea conseguentemente una diversa produttività, fa sì che in Germania l’industria sia il settore determinante e il maggior traino per la sua economia, senza per questo snobbare gli altri settori, mentre la Grecia occupa la maggior parte dei suoi lavoratori in settori definiti ‘poveri’, cioè servizi e commercio. La Grecia produce poca industria e molto turismo, quest’ultimo incrementa l’agricoltura e la produzione alimentare, ma niente oltre a questo. In Germania, il tasso di disoccupazione è del 5% rispetto al 26,6% in Grecia, il che porta i tedeschi alla quasi piena occupazione.

Alla Grecia, quindi, non serve far lavorare di più quei pochi lavoratori occupati, bensì deve creare nuove occasioni di industrializzazione e incentivare quella poca che ancora è rimasta. Per esempio l’industria navale, settore in cui la Grecia era leader mondiale, ormai in declino da anni. Se Atene riceverà aiuti economici, dovrà investire su nuove attività d’impresa industriale e far crescere il turismo, settore che ha sempre mantenuto in equilibrio, pur risultando traballante, la flebile economia greca.

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In Europa chi lavora di più sono i lavoratori greci – AgoraVox Italia

04/07/2015

Alemanha quer transformar Grécia num grande prostíbulo

MACONHA TRIP FHCA gente já viu este filme. O diretor da época, FHC, agia no limite da responsabilidade, menos para comprar a reeleição e assumir o filho da funcionária da Rede Globo, Miriam Dutra. A Alemanha usa métodos muito parecidos com relação à Grécia pré-Syriza. Quem não lembra da entrega da base de Alcântara ou a entrega do SIVAM à Raytheon?! O PROER e tantas outras patifarias, incluindo a venda da Vale do Rio Doce por um valor inferior à concessão de três aeroportos pela Dilma. Com a diferença que a Vale não volta mais mas os aeroportos voltam depois de 20 anos…

A seriedade do então presidente pode ser medida pela imagem que ilustra esta matéria.

La pulseada por las joyas griegas

Luego del primer rescate en 2010, el país helénico fue obligado a diseñar un plan de venta de bienes públicos que cumplió solo parcialmente y que Syriza frenó de hecho cuando llegó al poder. Qué vendieron y qué podrían vender si se fortalecen aún más los acreedores.

Por Fernando Krakowiak

Una de las condiciones que se le impuso a Grecia, antes de aprobar el primer rescate financiero en mayo de 2010, fue que diseñara un plan de privatizaciones que fue negociando con la Comisión Europea, el Banco Central Europeo y el Fondo Monetario Internacional. Para lograr ese objetivo, en junio de 2011 el gobierno del entonces primer ministro Giorgos Papandreu creó el Fondo de Desarrollo de los Activos de la República Helénica (Hradf, según sus siglas en inglés), una sociedad anónima a la que se le transfirieron todas las firmas que se fueron poniendo a la venta, listado que incluyó proveedoras de agua, telefonía, gas, electricidad, los trenes, los aeropuertos, la lotería, el correo, los principales puertos y miles de propiedades y tierras públicas, incluso islas paradisíacas. El objetivo era recaudar 50.000 millones de euros en cuatro años, pero las ventas se fueron demorando y lo conseguido hasta ahora está en torno del 10 por ciento de lo previsto. La llegada al gobierno de la izquierda radical de Alexis Tsipras en enero de este año sumó mayor incertidumbre a ese proceso, porque el líder de Syriza se había manifestado en contra de la liquidación del patrimonio público y, pese a las crecientes presiones, en los últimos cinco meses no avanzó con ninguna privatización. Incluso reabrió la televisora pública ERT que el ex primer ministro Antonis Samaras había cerrado. El referéndum del próximo domingo será clave para el futuro del plan privatizador.

– Telefonía. En marzo de 2008, Deutsche Telekom compró el 20 por ciento de Hellenic Telecommunications Organization (OTE), la telefónica estatal. Fue una inversión estratégica ya que esa firma también tiene intereses en Albania, Serbia, Rumania y Bulgaria. En noviembre de ese año, Deutsche elevó su participación al 25 por ciento, igualando la que conservaba el gobierno griego, y en junio de 2009 el Estado le vendió otro 5 por ciento por 674 millones de euros. En junio de 2011, un año después de la aprobación del primer rescate, los griegos se desprendieron de otro 10 por ciento por 410 millones de euros que utilizaron para devolver parte de las “ayudas” de la Eurozona. De ese modo, la participación de la firma alemana en OTE trepó al 40 por ciento y el Estado se quedó sólo con un 10 por ciento. A su vez, en febrero de 2013 OTE anunció la venta de Hellas Sat, la empresa que gestiona el satélite Hellas Sat 2, a la empresa árabe Arab Sat por 208 millones de dólares.

– Aeropuertos. La firma alemana Fraport AG Frankfurt Airport, junto a la empresa griega Copelouzos, ganó en noviembre de 2014 la licitación para operar durante cuarenta años 14 aeropuertos regionales: Aktio, Chania (isla de Creta), Kavala, Kefalonia, Kerkyra (isla de Corfú), Kos, Mitilini, Mykonos, Rodas, Samos, Santorini, Skiathos, Tesalónica –la segunda mayor ciudad griega– y Zakynthos. El monto de la operación fue de 234 millones de euros, aunque el desembolso recién está previsto para septiembre de este año. Además, en noviembre Hradf vendió 2500 hectáreas del ex aeropuerto internacional de Hellinikon en Atenas a Lamda Development por 915 millones de euros, firma que llevará adelante un emprendimiento inmobiliario en el lugar. El ministro de Energía de Grecia, Panayiotis Lafazanis, del ala dura de Syriza, aseguró en enero que se iban a revisar estas concesiones, pero en la negociación de febrero con las autoridades europeas Grecia dijo que no habrá cambios.

– Agua. El programa de privatización incluyó la venta de las empresas de provisión de agua de Atenas (Eydap) y Tesalónica (Eyath), las dos ciudades principales del país. Hradf designó a HSBC y EFC Equities como asesores financieros para privatizar la firma de Tesalónica y a Credit Agricole CIB y Emporiki Bank para hacer lo mismo con la empresa de Atenas. Sin embargo, la resistencia ciudadana logró frenar la operación, al menos por ahora. El 18 de mayo del año pasado se realizó un referéndum en Tesalónica. El gobierno de Antonis Samaras había prohibido la consulta y amenazó con meter presos a quienes votaran, pero las autoridades locales siguieron adelante y el 98 por ciento (unas 213 mil personas) rechazó la privatización. A su vez, a fines de ese mes un tribunal griego frenó la venta de Eydap en Atenas con el argumento de que constituye un riesgo para la salud pública de la población.

– Trenes. Hradf informó en octubre del año pasado que se le brindó información detallada a tres grupos para la preparación de ofertas destinadas a la adquisición de Trainose, la firma estatal que gestiona los trenes griegos: la rusa RZD, la francesa SNCF y el operador rumano Grup Ferroviar Roman. Además, se detalló que las ofertas de la alemana Siemens y de los consorcios RZD/Gek Terna y Alstom/Damco Energía habían cumplido con los requisitos para la compra de la Compañía Helena de Mantenimiento de Material Rodante. El ministro de Energía Lafazanis dijo en enero que posiblemente no se avanzaran con esas privatizaciones y el tema ahora está en la mesa de negociación con la troika que integran la Comisión Europea, el Banco Central Europeo y el FMI.

– Energía. La importación y distribución del 90 por ciento del gas que consume Grecia está en manos de la empresa DEPA, controlada por el Estado griego. El gobierno llamó a licitación en 2011 para avanzar con la privatización, pero el proceso quedó desierto en junio de 2013 cuando la firma rusa Gazprom se retiró sorpresivamente de la compulsa con el argumento de que el gobierno griego no había ofrecido suficiente información sobre la situación financiera de la empresa, aunque la cuestión geopolítica también influyó porque la troika no simpatiza con Rusia. Luego de ese traspié, las autoridades europeas y el FMI le pidieron en reiteradas ocasiones a Grecia que retome el proceso de venta, pero por ahora continúa pendiente, al igual que la ejecución del plan de reestructuración y privatización de la compañía de electricidad Public Power Corporation (PCC), diseñado por el gobierno de Samaras en 2013. El Estado tampoco se desprendió de las acciones en la petrolera Hellenic Petroleum, donde conserva un 35 por ciento. Lo que sí pudo vender Hradf es el 65 por ciento de la distribuidora de gas Desfa a la petrolera de Azerbaijan Socar por 400 millones de euros, aunque como el Estado sólo tenía el 31 por ciento de las acciones le ingresaron sólo 188 millones de euros.

– Propiedades y tierras. En los últimos años el gobierno comenzó a vender inmuebles y tierras en el centro de la ciudad, zonas costeras, islas e incluso en el extranjero. En marzo de 2013, Hradf convocó a una subasta para la privatización de 28 edificios estatales bajo la modalidad “sale and lease back” (compra y alquiler de vuelta). En octubre de ese año, le adjudicó 14 inmuebles a Pangaea, la filial inmobiliaria del Banco Nacional de Grecia, por 115,5 millones de euros y otras 14 propiedades a Eurobank Properties por 145,8 millones. Ambas firmas le alquilaron esos bienes al Estado por 30 millones de euros anuales. A su vez, el propio Estado se encarga de los gastos de mantenimiento y luego de 20 años tiene la opción de recomprar sus edificios o acordar un nuevo alquiler. Entre los inmuebles están las sedes de los ministerios de Cultura, Interior, Educación, Sanidad y Justicia, del Instituto Nacional de Estadística, de la secretaría de Hacienda y de la Jefatura de Policía de Tesalónica.

Ese mismo año Hradf vendió residencias en Londres, Belgrado, Bruselas y Nicosia por 41 millones de euros y le cedió por 99 años a la firma estadounidense NCH Capital los derechos de explotación de 50 hectáreas con playas incluidas en Kassiopi, al nordeste de la isla de Corfú. NCH desembolsó 23 millones de euros y se comprometió a invertir otros 75 millones para desarrollar el área. A su vez, Hradf anunció en febrero del año pasado que seleccionó la oferta del fondo árabe Jermyn Street Real Estate Fund IV LP para avanzar con la venta de Astir Palace Vouliagmenis, una firma estatal dedicada a la gestión de empresas turísticas y de hotelería. La oferta fue de 400 millones de euros, pero todavía no se concretó la adjudicación. Hradf también vendió un puñado de propiedades por Internet a través de subastas electrónicas. En un informe de junio de 2014, el FMI estimó que el gobierno griego todavía tiene más de 70 mil propiedades disponibles, aunque reconoce que la información sobre esos inmuebles es incompleta y muchos están deteriorados y/o ocupados. Hradf ofrece en su página web un largo listado de propiedades e incluso tierras en distintas islas del país.

– Lotería. El gobierno griego vendió en mayo de 2013 el tercio de las acciones que conservaba en la compañía de lotería pública OPAP al grupo Emma Delta, controlado por el inversor checo Jiri Smejc y el magnate griego Yorgos Melisanidis. De este modo, recaudó 650 millones de dólares. Hasta ahora fue uno de los mayores ingresos que reportó el proceso de privatización.

– Puertos. El gobierno de Samaras avanzó con la privatización del complejo portuario de El Pireo, donde posee el 67 por ciento de las acciones, y también del puerto de Tesalónica, donde conserva otro 67 por ciento. Apenas asumió, Tsipras frenó esa privatización, pero en marzo el viceprimer ministro griego, Yannis Dragasakis, aseguró durante una gira por China que esas privatizaciones continuarán. El anuncio no fue casual, pues el grupo chino Cosco es uno de los interesados en El Pireo. Sin embargo, hasta el momento la venta no se concretó.

fkrakowiak@pagina12.com.ar

Página/12 :: El mundo :: La pulseada por las joyas griegas

01/07/2015

Habermas, um clássico alemão pró-gregos

Creta - A Batalha e Resistência na Segunda Guerra MundialEstive duas vezes na Grécia. Guardo até hoje em minha carteira uma nota de 100 dracmas, a moeda mais antiga incinerada pelo Euro, como lembrança de minha primeira visita.  Na segunda vez, o Euro já era moeda corrente. E tudo estava mais caro. A parcela mais pobre empobrecia, a parte mais rica, enriquecia. A elite grega adotava, como se vê claramente, na aliança golpista jurídico-midiática brasileira, um velho brocardo jurídico: “dar a cada um o que é seu; ao rico a riqueza, ao pobre a pobreza”.

Na República Tcheca, onde o Euro não havia entrado, tudo era mais barato. O Euro foi muito bom para economia consolidadas como a alemã. Ângela Merkel, com seu Deutsche Bank fez mais pelo engrandecimento econômico alemão do que os panzers de Hitler. Que blitzkrieg  que nada, foi usando o banco central alemão que a Europa se ajoelhou à Alemanha.

Para quem quiser entender a resistência grega à subjugação do FMI há de ter um mínimo de conhecimento da história daquele povo. Não foram somente os 300 de Esparta que resistiram ao Império Persa. Da série de livros do historiador militar inglês, Antony Beevor, sobre a Segunda Guerra Mundial, recomendo o volume, para quem quer entender de onde sai a força do Syriza, que trata da Resistência grega naquela ilha, Creta: batalha e resistência na Segunda Guerra Mundial 1941/1945, disponível para download na internet.

Não foi a elite grega que resistiu. Foi o sentimento nacionalista do povo. Beevor pinta, de forma  muito feliz, as cores do povo cretense assim: “O caráter cretense, belicoso, orgulhoso, de generosidade compulsiva diante  de um amigo ou estranho em necessidade, ferozmente incapaz de perdoar um inimigo ou traidor, frugal no cotidiano mas pródigo nas comemorações era, naturalmente, muito influenciado pela paisagem de contrastes dramáticos em que viviam os ilhéus.”

A dívida alemã para com a Grécia é incomensurável. A Alemanha, sim, deveria ser condenada a pagar a dívida da Grécia pelos prejuízos humanos e materiais causados durante a Segunda Guerra Mundial. E até em agradecimento pelos sucessivos roubos feitos ao longo da história, como conta o próprio banqueiro alemão, Heinrich Schliemann, no livro que escreveu sobre a descoberta de Tróia (Ítaca, o Peloponeso e Tróia). Os sucessivos saques do eurocêntrico à Grécia também estão documentados no livro Os mármores de Elgin, a respeito dos  frisos do Partenon que estão no Museu Britânico. Hoje, há mais obras gregas fora do que na Grécia. O museu britânico tem mais peças sobre a Grécia que o museu nacional de Atenas.

E se tudo isso não bastasse, há o uso da cultura legada pelos gregos, sem pagar um centavo de royalties.

Habermas defende postura da Grécia

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Filósofo e escritor alemão, Jürgen Habermas diz que "são os cidadãos, não os banqueiros, que têm de dizer a última palavra sobre as questões que afetam o destino europeu"; "o acordo não está fracassando por causa de alguns bilhões a mais ou a menos, nem por causa de um ou outro imposto, mas unicamente porque os gregos exigem que a economia e a população explorada pelas elites corruptas tenham a possibilidade de voltar a funcionar através da quitação da dívida ou uma medida equivalente, como, por exemplo, uma moratória dos pagamentos vinculada ao crescimento"

1 de Julho de 2015 às 08:05

Por Instituto Humanitas Usininas

“São os cidadãos, não os banqueiros, que têm de dizer a última palavra sobre as questões que afetam o destino europeu”. O comentário é de Jürgen Habermas, filósofo e escritor alemão em artigo publicado no jornal no El País, 28-06-2015. Habermas lembra que “a Alemanha deve o impulso inicial para sua decolagem econômica, do qual ainda se alimenta hoje, à generosidade dos países credores que no Tratado de Londres, de 1954, perdoaram mais ou menos a metade de suas dívidas”.

Segundo ele, “o acordo não está fracassando por causa de alguns bilhões a mais ou a menos, nem por causa de um ou outro imposto, mas unicamente porque os gregos exigem que a economia e a população explorada pelas elites corruptas tenham a possibilidade de voltar a funcionar através da quitação da dívida ou uma medida equivalente, como, por exemplo, uma moratória dos pagamentos vinculada ao crescimento”.

Eis o artigo.

A última sentença do Tribunal de Justiça Europeu [que permite ao Banco Central Europeu (BCE) comprar dívida soberana para combater a crise do euro] lança uma luz prejudicial sobre a falida construção de uma união monetária sem união política. No verão de 2012, todos os cidadãos tiveram que agradecer a Mario Draghi, presidente do BCE, que com uma só frase [“farei o necessário para sustentar o euro”] salvou a moeda das desastrosas consequências de um colapso que parecia iminente. Ele tirou do sufoco o Eurogrupo ao anunciar que, caso fosse preciso, compraria dívida pública em quantidade ilimitada. Draghi teve que dar um passo à frente porque os chefes de Governo eram incapazes de agir pelo interesse comum da Europa; todos estavam hipnotizados, prisioneiros de seus respectivos interesses nacionais.

Naquele momento, os mercados financeiros reagiram – diminuindo a tensão – diante de uma única frase, a frase com a qual o presidente do BCE simulou uma soberania fiscal que absolutamente não possuía. Porque agora, assim como antes, são os bancos centrais dos países-membros os que aprovam os créditos, em última instância. O Tribunal Europeu não pode referendar essa competição contrária ao texto literal dos tratados europeus; mas as consequências de sua sentença deixam implícito que o BCE, com escassas limitações, pode cumprir o papel de credor de última instância.

O tribunal abençoou um ato salvador que não obedece em nada à Constituição, e o Tribunal Constitucional alemão apoiará essa sentença acrescentando as sutilezas às quais estamos acostumados. Alguém poderia estar tentado a afirmar que os guardiões do direito dos tratados europeus se veem obrigados a aplicá-lo, ainda que indiretamente, para mitigar, caso a caso, as consequências indesejadas das falhas de construção da união monetária. Defeitos que só podem ser corrigidos mediante uma reforma das instituições, conforme juristas, cientistas políticos e economistas vêm demonstrando há anos. A união monetária continuará sendo instável enquanto não for complementada pela união bancária, fiscal e econômica. Mas isso significa – se não quisermos declarar abertamente que a democracia é um mero objeto decorativo – que a união monetária deve se desenvolver para se transformar em uma união política. Aqueles acontecimentos dramáticos de 2012 explicam por que Draghi nada contra a corrente de uma política míope – até mesmo insensata, eu diria.

Estamos outra vez em crise com Atenas porque, já em maio de 2010, a chanceler alemã se importava mais com os interesses dos investidores do que com quitar a dívida para sanar a economia grega. Neste momento, evidencia-se outro déficit institucional. O resultado das eleições gregas representa o voto de uma nação que se defende com uma maioria clara contra a tão humilhante e deprimente miséria social da política de austeridade imposta ao país. O próprio sentido do voto não se presta a especulações: a população rejeita a continuação de uma política cujo fracasso as pessoas já sentiram de forma drástica em suas próprias peles. De posse dessa legitimação democrática, o Governo grego tentou induzir uma mudança de políticas na zona do euro. E tropeçou em Bruxelas com os representantes de outros 18 Governos, que justificam sua recusa remetendo friamente a seu próprio mandato democrático.

Recordemos os primeiros encontros, quando os novatos – que se apresentavam de maneira prepotente motivados por sua vitória arrebatadora – ofereciam um grotesco espetáculo de troca de golpes com os residentes, que reagiam em parte de forma paternalista, em parte de forma desdenhosa e rotineira. Ambas as partes insistiam como papagaios que tinham sido autorizadas cada uma por seu respectivo “povo”. A comicidade involuntária desse estreito pensamento nacional-estatal expôs com grande eloquência, diante da opinião pública europeia, aquilo que realmente é necessário: formar uma vontade política comum entre os cidadãos em relação com as transcendentais fraquezas políticas no núcleo europeu.

As negociações para se chegar a um acordo em Bruxelas travam porque ambas as partes culpam a esterilidade de suas conversas não às falhas de construção de procedimentos e instituições, mas sim à má conduta de seus membros. O acordo não está fracassando por causa de alguns bilhões a mais ou a menos, nem por causa de um ou outro imposto, mas unicamente porque os gregos exigem que a economia e a população explorada pelas elites corruptas tenham a possibilidade de voltar a funcionar através da quitação da dívida ou uma medida equivalente, como, por exemplo, uma moratória dos pagamentos vinculada ao crescimento.

Os credores, por outro lado, não cedem no empenho para que se reconheça uma montanha de dívidas que a economia grega jamais poderá saldar. É indiscutível que a quitação da dívida será irremediável, a curto ou a longo prazo. No entanto, os credores insistem no reconhecimento formal de uma carga que, de fato, é impossível de ser paga. Até pouco tempo atrás, eles mantinham inclusive a exigência, literalmente fantástica, de um superávit primário superior a 4%. É verdade que essa demanda foi baixada para 1%, que tampouco é realista. Mas, até o momento, a tentativa de se chegar a um acordo, do qual depende o destino da União Europeia, fracassou por causa da exigência dos credores de sustentar uma ficção.

Naturalmente, os países doadores têm razões políticas para sustentá-la, já que no curto prazo isso permite adiar uma decisão desagradável. Temem, por exemplo, um efeito dominó em outros países devedores. E Angela Merkel também não está segura de sua própria maioria no Bundestag. Mas não há nenhuma dúvida quanto à necessidade de rever uma política equivocada à luz de suas consequências contraproducentes. Por outro lado, também não se pode culpar apenas uma das partes pelo desastre. Não posso julgar se há uma estratégia meditada por trás das manobras táticas do Governo grego, nem o que deve ser atribuído a imposições políticas, à inexperiência ou à incompetência dos negociadores. Essas circunstâncias difíceis não permitem explicar por que o Governo grego faz com que seja difícil até mesmo para seus simpatizantes discernir um rumo em seu comportamento errático.

Não se vê nenhuma tentativa razoável de construir coalizões; não se sabe se os nacionalistas de esquerda têm uma ideia um tanto etnocêntrica da solidariedade e impulsionam a permanência na zona do euro apenas por razões de astúcia, ou se sua perspectiva vai além do Estado-nação. A exigência de quitação da dívida não basta para despertar na parte contrária a confiança de que o novo Governo vá ser diferente, de que atuará com mais energia e responsabilidade do que os Executivos clientelistas aos quais substituiu. Tsipras e o Syriza poderiam ter desenvolvido o programa reformista de um Governo de esquerda e apresentá-lo a seus parceiros de negociação em Bruxelas e Berlim.

A discutível atuação do Governo grego não ameniza nem um pouco o escândalo de que os políticos de Bruxelas e Berlim se negam a tratar seus colegas de Atenas como políticos. Embora tenham a aparência de políticos, eles só falam em sua condição econômica de credores. Essa transformação em zumbis visa a apresentar a prolongada situação de insolvência de um Estado como um caso apolítico próprio do direito civil, algo que poderia levar à apresentação de ações ante um tribunal. Dessa forma, é muito mais fácil negar uma corresponsabilidade política.

Merkel fez o Fundo Monetário Internacional (FMI) embarcar desde o início em suas duvidosas manobras de resgate. O FMI não tem competência sobre as disfunções do sistema financeiro internacional; como terapeuta, vela por sua estabilidade e, portanto, atua no interesse conjunto dos investidores, principalmente dos investidores institucionais. Como integrantes da troika, as instituições europeias também se fundem com esse ator, de tal forma que os políticos, na medida em que atuem nessa função, podem se restringir ao papel de agentes que se regem estritamente por normas e dos quais não se podem exigir responsabilidades.

Essa dissolução da política na conformidade com os mercados pode explicar a falta de vergonha com a qual os representantes do Governo federal alemão, todos eles pessoas sem mácula moral, negam sua corresponsabilidade política nas devastadoras consequências sociais que aceitaram, como líderes de opinião no Conselho Europeu, por causa da imposição de um programa neoliberal de austeridade. O escândalo dentro do escândalo é a cegueira com que o Governo alemão percebe seu papel de liderança. A Alemanha deve o impulso inicial para sua decolagem econômica, do qual ainda se alimenta hoje, à generosidade dos países credores que no Tratado de Londres, de 1954, perdoaram mais ou menos a metade de suas dívidas.

Mas não se trata de um escrúpulo moral, e sim do núcleo político: as elites políticas da Europa não podem continuar se escondendo de seus eleitores, ocultando até mesmo as alternativas ante as quais nos coloca uma união monetária politicamente incompleta. São os cidadãos, não os banqueiros, que têm de dizer a última palavra sobre as questões que afetam o destino europeu.

Habermas defende postura da Grécia | Brasil 24/7

01/05/2015

Que democracia cristã age em parceria com o demônio? A da Alemanha!

Filed under: Alemanha,Angela Merkel,Arapongagem made in USA,Deutsche Bank,NSA — Gilmar Crestani @ 1:22 pm
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alemanha-greciaAngela Merkel fez mais para a economia alemã, com a ajuda do Deutsche Bank, do que Hitler com seus panzers e SS. A destruição da economia da Grécia, por exemplo, tem o DNA ariano da Angela Merkel. É, como dizem os vira-latas brasileiros, o tal de planejamento alemão.

Quando os países ditos do primeiro mundo falam em planejamento esta afirmação não tem necessariamente relação com economia, mas com política. Vampiros também planejam. Planejam o tempo todo como sugar a economia dos outros. É disso que eles dependem.

Depois que Alemanha enfiou 7 x 1 no admirador de Pinochet, Felipão, os ventríloquos da velha mídia passaram a repetir que se tratava da relação do planejamento com o amadorismo. Curioso que antes da Copa o que não existia era planejamento dos organizadores, ao passo que a Seleção era festejada…, como aquela manchete da Folha do dia 05/06/2014: “Copa começa hoje com seleção em alta e organização em cheque”. Para a Folha teria havido  planejamento na Seleção, mas não na organização. A vida como ela é mostrou que os profetas do atraso estavam, como sempre, atrasados.

Até para perder de 7 x 1 tem de ser planejado, não é mesmo. Ou será que as demais seleções não planejaram, só a Alemanha? O fato de perder não significa que tenha faltado planejamento, assim como quem ganhou pode ter alcançado mesmo sem planejamento.

Basta ter o mesmo advogado do fluminense…

Alemanha ajudou os Estados Unidos a espionarem países europeus

Escândalo da colaboração entre o BND e a NSA deixa sob pressão o Governo de Merkel

Luis Doncel Berlim 30 ABR 2015 – 14:01 BRT

Alemania

Angela Merkel, em um ato em Berlim em 29 de abril. / JOHN MACDOUGALL (AFP)

O escândalo da colaboração entre os serviços secretos alemães com a Agência Nacional de Segurança dos EUA (NSA) ganhou força até transformar-se em uma séria ameaça ao Governo de Angela Merkel. A revelação de que os norte-americanos utilizaram as instalações do BND – os serviços secretos da Alemanha para o exterior – para espionar locais tão emblemáticos como o Palácio do Eliseu (sede da presidência da França), o ministério dos Assuntos Exteriores francês, ou a Comissão Europeia mira o coração das relações da Alemanha com seus vizinhos europeus.

A informação publicada nesta quinta-feira pelo jornal Süddeutsche Zeitung e as redes de televisão NDR e WDR sacudiu os alicerces da política berlinense. Já não se trata somente de espiões alemães dando informação aos seus colegas norte-americanos sobre empresas, ou a suspeita cada vez mais fundada de que o ministro do Interior, o democrata-cristão Thomas de Maizière, mentiu ao Parlamento.

mais informações

“Espionar os amigos é inaceitável”, disse categoricamente Merkel ao presidente Barack Obama em outubro de 2013, no auge do escândalo pelas escutas norte-americanas, que não respeitaram nem mesmo o celular da chanceler. Mas essas palavras podem agora voltar-se contra a líder alemã. Porque, segundo o Süddeutsche Zeitung, a espionagem a empresas foi feita somente em caráter excepcional. “O objetivo primordial era a espionagem política a nossos vizinhos europeus e às instituições da União Europeia”, diz o jornal, que cita fontes da chancelaria e do BND.

A rodada de revelações que começou em meados de abril deixa Merkel e seu partido democrata-cristão em uma situação muito delicada. As críticas da oposição vão desde os esquerdistas do Die Linke, que acusam o Executivo de “traição à Pátria” até os liberais, que exigem que Merkel peças desculpas aos líderes europeus. Dentro do Governo de grande coalizão também se começa a ouvir o mal-estar. Seu número dois e líder dos social-democratas, Sigmar Gabriel, pediu explicações por fatos que tachou de “escandalosos”.

Mas Merkel e seus porta-vozes permanecem calados por enquanto. Desde que na penúltima semana de abril admitiram que o BND padecia “de déficit técnico e organizacional” que precisava “ser sanado”, negaram-se a explicar quais consequências políticas esse escândalo trará. A oposição pede a demissão do presidente dos serviços secretos, Gerhard Schindel. Mas mesmo que Merkel ofereça sua cabeça, é pouco provável que se conformem com isso.

Espionagem Internacional: Alemanha ajudou os Estados Unidos a espionarem países europeus | Internacional | EL PAÍS Brasil

25/04/2015

Será que os alemães embarcarão para Miami?!

alemanha-greciaImagine isso acontecendo por aqui. A marcha dos zumbis viraria em direção à Miami. Será que os EUA finanCIArão um MBL alemão? Haverá manada marchando pelas praças, arcos e Oktoberfest de Berlim contra a corrupção e a favor da sonegação?

Será que a Der Spiegel, o DW também vão fazer campanha pela volta de Adolf Hitler, como fazem Globo, Folha, Estadão, Veja & RBS no Brasil?! Será que a ditadura militar aqui e o nazismo lá poderiam formar uma parceria para evitar que empreiteiros assaltassem à Petrobràs e, ao mesmo tempo, o Deutsche Bank superavaliaria suas ações!?

O problema maior da Alemanha não ter problemas de corrupção como em todos os países, mas em usar seu poder econômico para destruir países períféricos da eurozona. A crise que assola Grécia, Espanha e Portugal é também fruto da condução do Banco Central Europeu à moda alemã. Eles são os grandes responsáveis pela destruição das economias destes países. Como mandava o FMI e fizeram os três patetas latinos(FHC, Menem, Fujimori), também na Europa estes países venderam o patrimônio e se endividaram em Euros.

Quando iniciou a Copa de 2014, a Folha dizia que o Brasil tinha Seleção mas não tinha planejamento. Quando terminou, nós perdemos por 7 x 1, mas a organização da Copa internacionalmente reconhecida. De nada adiantou a Multilaser, o Banco Itaú e a AMBEV patrocinarem uma manada para xingarem Dilma na abertura da Copa no Itaquerão. O mundo sabe que poderíamos estar melhores se não fosse a má educação de nossa elite. A Operação Zelotes é a prova de que bandido não é batedor de carteira, mas aquele que sonega bilhões.

Nossos vira-bostas não vão pedir um choque de gestão , um planejamento à moda alemã?! Vão botar a culpa na cunhada do Vaccari pela manipulação do Deutsche Bank?

Deutsche Bank pagará 2,5 bilhões de dólares por manipulação de taxa

sab, 25/04/2015 – 12:55

Sugerido por Maria Carvalho

Do DW

O Deutsche Bank, maior banco alemão, entrou nesta quinta-feira (23/04) em acordo com autoridades britânicas e americanas e terá que pagar uma multa recorde de 2,5 bilhões de dólares (2,3 bilhões euros) para encerrar as investigações sobre envolvimento em manipulação da taxa interbancária Libor.

Trata-se da maior multa imposta a um banco pelo caso envolvendo a taxa de juros referencial para transações internacionais, revelado em 2012. A subsidiária britânica do Deutsche Bank se declarou culpada pela fraude bancária. O banco também reconheceu que seus sistemas de controle foram insuficientes para evitar a manipulação.

Além da multa, a entidade terá de demitir sete de seus funcionários, segundo o Departamento de Serviços Financeiros de Nova York (DFS). O banco também se comprometeu a "instaurar uma supervisão independente para violações da lei bancária de Nova York em relação à manipulação de taxas de juros".

Dos 2,5 bilhões de dólares de multa, cerca de 600 milhões irão para o DFS, 800 para a Comissão de Negociação de Futuros de Commodities dos EUA (CFTC), 775 milhões para o Departamento de Justiça dos EUA e 340 para as autoridades britânicas.

Durante anos, funcionários de vários grandes bancos manipularam o índice interbancário Libor para conseguir benefícios financeiros. No final de 2013, o Deutsche Bank já havia aceitado uma multa de 725 milhões de euros imposta pela Comissão Europeia. No Reino Unido e nos EUA, as negociações se alongaram ainda mais, enquanto alguns outros bancos já resolveram a disputa.

Deutsche Bank pagará 2,5 bilhões de dólares por manipulação de taxa | GGN

25/09/2014

Comparando Brasil x Alemanha

Filed under: Alemanha,Brasil,Economia,Recessão — Gilmar Crestani @ 9:25 am
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Recessão já ronda economia alemã

JACK EWING – THE NEW YORK TIMES/ O ESTADO DE S.PAULO

25 Setembro 2014 | 02h 06

Indicadores de confiança reforçam estagnação da atividade econômica do país, que já registrou PIB negativo no segundo trimestre

FRANKFURT – Um dos principais indicadores da confiança das empresas alemãs caiu ontem mais que o esperado, para seu patamar mais baixo desde 2012, intensificando os temores de que a mais forte economia da zona do euro esteja ameaçada de entrar em recessão.

A vigorosa atividade econômica da Alemanha serviu de âncora para o restante da zona do euro durante quatro anos de crise intermitente e de crescimento irregular. Uma estagnação do crescimento alemão faz prever problemas para países como França e Itália, que dependem fortemente do comércio com a Alemanha, e se encontram em condições econômicas muito piores.

A economia alemã já registrou um declínio no segundo trimestre, quando a produção caiu 0,2% em comparação com o trimestre anterior. Outro declínio trimestral consecutivo colocará o país em recessão.

"A maior economia da zona do euro atingiu um estágio perigoso entre um período fraco e uma quase estagnação mais prolongada", disse Carsten Brzeski, economista do Ing Bank, numa nota aos clientes.

A pesquisa do Instituto Ifo de Munique mostrou que seu índice do clima para os negócios, um composto de expectativas dos gerentes em relação ao futuro e sua avaliação da situação atual, caiu de 106,3 em agosto, o patamar mais baixo desde abril de 2012, para 104,7 em setembro.

Na pesquisa, as expectativas para as empresas nos próximos seis meses chegaram ao seu nível mais baixo desde dezembro de 2012, caindo de 101,7 em agosto para 99,3. A pesquisa, que ouviu 7 mil gerentes, mede o clima em relação a 2005, quando o Índice foi fixado em 100.

"A economia alemã não está mais percorrendo um caminho suave", disse em um comunicado Hans Werner Sinn, presidente do Instituto Ifo.

A pesquisa do Ifo representa o mais recente alerta sobre o enfraquecimento da produção econômica na zona do euro, que ainda não voltou a registrar os níveis apresentados antes do início da crise financeira de 2008. Na terça-feira, uma pesquisa entre os diretores de compras da zona do euro realizada pela Markit Economics, uma empresa de análise de dados, também assinalou a redução do crescimento.

Na segunda-feira, Mario Draghi, o presidente do Banco Central Europeu (BCE), disse aos membros do Parlamento Europeu em Bruxelas que "a recuperação econômica na zona do euro está perdendo impulso".

Fator Ucrânia. A economia alemã foi afetada pela tempestade na Ucrânia, que desestabilizou os consumidores e as empresas e fez com que passassem a conter seus gastos. As sanções que o Ocidente impôs à Rússia por sua intervenção na Ucrânia, além de intensificarem os problemas na economia russa, reduziram a demanda e enfraqueceram o rublo. As exportações alemãs foram afetadas pelo crescimento fraco do restante da zona do euro e pelo declínio de países em desenvolvimento como a China.

Em Berlim foi sugerido um aumento dos gastos em infraestrutura, como construção de autoestradas ou campi universitários, mas o governo de Angela Merkel mostrou pouca propensão para maciços estímulos fiscais.

Ao contrário, Wolfgang Schäuble, o ministro das Finanças, disse estar orgulhoso porque o governo não precisará tomar dinheiro emprestado no próximo ano.

Cada novo sinal de recuo do crescimento aumenta as expectativas de que o Banco Central Europeu dentro em breve tenha de recorrer a compras em grande escala de títulos do governo, o mesmo afrouxamento quantitativo utilizado pelo Federal Reserve (Fed, banco central americano) para estimular o crescimento nos Estados Unidos. Os economistas do Barclays e do Commerzbank, entre outros, preveem que o banco central começará o afrouxamento quantitativo no início do próximo ano.

Risco de indisposição. Entretanto, outros economistas duvidam que o banco central esteja disposto a correr o risco de indispor a Alemanha, onde muitas pessoas consideram as compras de títulos do governo pelo banco central uma transferência de fato da riqueza dos países mais ricos da Europa para os mais pobres.

"O BCE está disposto a fazer todo o possível menos comprar títulos do governo", afirmou Joachim Fels, principal economista do Morgan Stanley.

A maioria dos economistas não acredita que o banco central anuncie planos de compra de títulos do governo em sua próxima reunião, no dia 2 de outubro. A instituição já anunciou que comprará títulos da dívida do setor privado, a partir do próximo mês, e que fornecerá maiores detalhes na próxima semana.

Alguns economistas consideram exagerados os temores de outra recessão da zona do euro. James Paulsen, diretor de estratégia de investimentos da Wells Fargo Asset Management, observou que a economia dos Estados Unidos também enfrentou problemas antes de recuperar o impulso.

"Não é incomum durante uma recuperação haver pausas temporárias", afirmou numa entrevista na semana passada. Referindo-se à economia da zona do euro, ele acrescentou: "O que vem acontecendo nos últimos meses me parece familiar"./Tradução de Anna Capovilla

03/09/2014

Brasil cresce mais do que Alemanha

Quando sai o resultado do PIB, duvido que a velha mídia alemã faça como os grupos mafiomidiáticos daqui. A nossa torcida pelo fracasso é tão grande que mesmo num período de recessão mundial em que o Brasil tem mantido pleno emprego sem redução dos salários, a velha mídia preferiu ficar o tempo todo torcendo contra o Brasil.

Tivéssemos uma mídia decente, e menos empresários com Complexo de Vira-lata e certamente estaríamos melhor. A luta dos governos Lula e Dilma não foi apenas para melhorar a vida do povo brasileiro, principalmente dos mais necessitados, mas para melhorar a nossa autoestima. Conseguiu uma, mas perdeu a outra batalha. A velha mídia conseguiu a mesma proeza da Igreja Católica. Infelizmente, a Religião Católica conseguiu incutir mais medo do Inferno do que desejo de chegar ao Céu. A direita brasileira conseguiu demonizar a esquerda, sem nos convencer de algo melhor para colocar lá. Contra o PT, qualquer coisa. É isso que vejo em pessoas bem próximas que vivem condenado o PT sem nunca se exporem em defenderem algo. É a mesma ideologia da igreja católica, destruir pelo medo sem nos convencer de que têm algo melhor a oferecer.

O fundamentalismo que vem com o pentecostalismo também é culpa da Igreja Católica. Não há diferença entre o fundamentalismo religioso da Igreja Universal e o ódio de classe da manada que segue a velha mídia. Ambos têm origem na incapacidade de usar o cérebro. Pagar o dízimo para um Pastor ou abrir mão de ter um país melhor só para derrotar o PT são fruto de uma mesma árvore, a ignorância.

PIBINHOnApós 5 quedas, indústria sobe 0,7% em julho

Apesar do desempenho positivo, ano apresenta perda acumulada de 2,8% e analistas não esperam retomada

Alta atingiu 20 dos 24 setores pesquisados; informática e eletrônicos tiveram maior crescimento

PEDRO SOARESDO RIO

Passados cinco meses de queda, a indústria do país esboçou uma retomada e cresceu 0,7% em julho, em relação a junho –mês em que a produção caiu 1,4%–, segundo dados divulgados nesta terça-feira (2) pelo IBGE (Instituto Brasileiro de Geografia e Estatística).

Embora positivo, o número de julho não compensa a perda acumulada neste ano (2,8%), e os sinais à frente também não são alentadores, na avaliação de economistas.

Para André Macedo, gerente do IBGE, os resultados de julho foram turbinados por uma recuperação "natural" após cinco meses de fraca produção. Não se sabe ainda, diz, se haverá retomada.

"O que vemos é um quadro de espalhamento do crescimento da indústria, que ocorre após um longo período de baixa. Outro fato é que tivemos um julho mais gordo’, com mais horas destinadas à produção."

Parte significativa do crescimento da atividade em julho veio do maior número de dias úteis naquele mês, em relação ao mês anterior. Embora a Copa do Mundo tenha ocorrido nos dois meses, em junho o efeito do torneio sobre a produção foi maior, porque houve mais feriados.

Na visão de analistas, a indústria deverá manter um ritmo fraco de atividade até o final deste ano, já que não há mudança do cenário atual da economia brasileira à vista.

Macedo afirma também que a indústria ainda sofre com a maior concorrência de importados, crédito em condições menos favoráveis, juros maiores e consumo em desaceleração.

Para Thaís Marzolla Zara, da Rosenberg & Associados, a leve alta de julho não "altera o quadro ruim" da indústria. "A única boa notícia", pondera, é houve uma redução de estoques tanto em junho quanto em julho. Isso aponta "para um segundo semestre um pouco melhor".

SETORES

A discreta retomada em julho decorreu especialmente do bom desempenho dos chamados bens duráveis, com alta de 20,3%, a maior desde janeiro de 2009.

A categoria foi impulsionada pelo aumento da produção de veículos –após meses de fraco dinamismo, demissões e férias coletivas em montadoras.

Também ajudou no desempenho do mês a retomada da produção de bens de capital (máquinas e equipamentos na produção de bens, na infraestrutura e na oferta de serviços, como transporte).

A categoria apresentou alta de 16,7%, o melhor resultado desde janeiro deste ano.

Pelos dados do IBGE, a alta em julho foi generalizada: 20 dos 24 setores pesquisados produziram mais do que em junho.

De um mês para outro, os destaques positivos ficaram com informática e eletrônicos (44,1%), veículos (8,5%) e outros equipamentos de transporte (31,3%) –os dois últimos foram puxados por automóveis e motos, respectivamente.

Já as quedas mais expressivas foram registradas por alimentos (6,3%) e refino de petróleo e álcool (2,6%) –esse sob impacto da parada de refinarias da Petrobras por causa de acidentes e para a realização de operações de manutenção.

16/08/2014

Alemanha copio o pior dos EUA

Filed under: Alemanha,BND,Espionagem,Turquia — Gilmar Crestani @ 1:04 pm
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Turquía, diana del espionaje alemán

El servicio de inteligencia de Berlín utiliza los mismos criticados métodos que EE UU

Enrique Müller Berlín 16 AGO 2014 – 14:04 CEST11

La canciller alemana, Angela Merkel, y el primer ministro turco, Recep Tayyip Erdogan. / reuters

El servicio Federal de Inteligencia alemán (BND) recibió la orden del gobierno alemán de espiar sistemáticamente a Turquía, un miembro de la OTAN y, por lo tanto, un aliado estratégico de Alemania. La orden fue incluida en el llamado “perfil de orden del gobierno federal (APB en sus siglas en alemán)”, que se actualiza cada cuatro años y que está vigente desde 2009.

El trabajo secreto del BND en Turquía fue revelado este sábado por la revista Der Spiegel, que también señala que el servicio de inteligencia interceptó y grabó al menos una llamada telefónica realizada por el secretario de Estado, John Kerry, en 2013. La llamada de Kerry fue captada por una red de escuchas que posee el BND en Oriente Medio.

Según Der Spiegel, la red de escuchas del BND también captó en 2012, una conversación telefónica que sostuvo Hillary Clinton con el ex secretario general de Naciones Unidas, Koffi Annan. Las conversaciones interceptadas por el BND, según la revista, fueron captadas de casualidad y ambas fueron realizadas en el marco de una operación destinada a vigilar organizaciones terroristas en Oriente Medio.

Las escuchas ilegales realizadas por el BND, que aún tiene su sede en la localidad bávara de Pullach, y el espionaje que lleva a cabo en Turquía, además de provocar un revuelo diplomático en Berlín, deja al desnudo que el controvertido Servicio Federal de Inteligencia alemán utiliza los mismos métodos de la Agencia Nacional de Seguridad (NSA), que llevó a cabo desde la embajada de Estados Unidos en Berlín una escucha sistemática del móvil de la canciller, Angela Merkel y posiblemente de toda la familia política alemana.

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La “captura” de las conversaciones realizadas por Clinton y Kerry, fueron analizadas en forma discreta por la cúpula del BND que, después de leer las transcripciones, ordenó su destrucción. Pero, en una rara jugarreta del destino que marca el mundo del espionaje, la orden de destruir los documentos recayó en Markus R, un funcionario medio del BND, que trabajaba como agente doble para la CIA. Antes de destruir los documentos, el topo hizo sendas copias que entregó posteriormente a sus contactos de la CIA.

Gracias al trabajo del topo alemán, la CIA también tiene en su poder una copia del “perfil de orden del gobierno federal”, un confidencial “cuaderno de tareas” redactado por los ministerios de Asuntos Exteriores, Interior, Defensa, Economía, Finanzas y Desarrollo, junto con la cancillería, y que resume las informaciones que desea obtener el gobierno en el exterior.

El APB detalla, por ejemplo, metas precisas como someter a vigilancia organizaciones terroristas, producción y utilización de armas de destrucción masivas, Oriente Medio, Rusia y China, pero el documento da luz verde al BND para vigilar las comunicaciones en todos los países donde se sospecha que existen focos de terrorismo, pero supuestamente excluye del monitoreo a los países miembros de la Union Europea y de la OTAN, una faceta del documento que hace honor a la filosofia de la canciller Merkel que señaló que el espionaje entre países amigos era “inaceptable”, durante una conversación telefónica con Barack Obama.

Pero, a causa del escándalo de escuchas realizado por el BND y la revelación de que Turquía está siendo espiada sistemáticamente por la agencia de inteligencia alemana, la protesta de Merkel ha perdido toda su fuerza y validez.

“Las más recientes revelaciones confirman nuestras sospechas que los servicios alemanes también están involucrados en un juego ilegal de contraespionaje”, dijo Konstantin von Notz, un influyente diputado de los Verdes. “La canciller debe aclarar de inmediato desde cuando está al corriente y si las llamadas de Clinton y Kerry fueron sometidas a un análisis de inteligencia”, añadió.

La canciller y el BND, por el momento guardan silencio.

Turquía, diana del espionaje alemán | Internacional | EL PAÍS

13/08/2014

PIBinho made in Germany emudece vira-latas

Filed under: Alemanha,Pibinho — Gilmar Crestani @ 9:21 am
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La economía alemana se enfría a causa del conflicto con Rusia por Ucrania

El índice de confianza de las compañías germanas sufre la peor caída desde junio de 2012

Enrique Müller Berlín 12 AGO 2014 – 20:14 CEST108

Angela Merkel, el pasado junio en una conferencia en Berlín. / Krisztian Bocsi (Bloomberg)

Alemania había comenzado el año con un crecimiento vigoroso, un 0,8% en tasa trimestral, pero el impacto de la crisis ucrania y la débil recuperación de la eurozona han hecho mella en la locomotora económica europea, tal y como reconoció este martes el Ministerio de Economía y Energía en un documento oficial. El departamento que dirige el socialdemócrata Sigmar Gabriel omitió dar detalles concretos. “Después de un fuerte trimestre, hay una desaceleración en el segundo trimestre”, señala el Gobierno de Angela Merkel en su informe mensual.

“En particular, el conflicto entre Rusia y Ucrania el desarrollo de los acontecimientos en Oriente Medio han causado una creciente inseguridad de los mercados lo que ha conducido a una moderación en la toma de decisiones”, añade el informe, si bien destaca que los fundamentos de la economía germana siguen intactos.

El informe confirma lo que ya había señalado el jueves pasado, el presidente del Banco Central Europeo (BCE), Mario Draghi, quien advirtió de que los riesgos geopolíticos —con el conflicto de Ucrania como principal amenaza para zona euro— suponían nuevos riesgos para la reactivación y que probablemente se confirmará el jueves cuando se conozca el dato de PIB de la zona euro.

“En conjunto, el ambiente de la economía ha empeorado de manera patente. Sin embargo la positiva tendencia básica de la coyuntura económica de la economía alemana sigue manteniéndose intacta”, advierte el documento, el cual ve probable que la situación de incertidumbre que existe actualmente esté pesando más que los efectos inmediatos de las sanciones impuestas a Rusia por la Unión Europea. El estado de ánimo actual ha llevado a un empeoramiento de los pedidos, la producción y las ventas en una industria ya de por si débil.

El informe mensual subraya, por ejemplo, que la mayoría de las compañías germanas indican un deterioro en su confianza. Este aspecto fue ratificado por el indicador de confianza económica de Alemania que elabora el instituto de investigaciones económicas ZEW, que se derrumbó por octavo mes consecutivo hasta los 8,5 puntos, 18,5 menos que en julio, reflejando su peor caída desde junio de 2012. “El empeoramiento del clima económico está vinculado a las actuales tensiones geopolíticas internacionales”, señala el instituto, al hacer referencia al conflicto en Gaza y al cruce de sanciones entre la Unión Europea, Estados Unidos y Rusia a causa de la situación en Ucrania.

Algunos expertos creen incluso que la economía alemana pudo contraerse en el segundo trimestre —algo que no ocurre desde finales de 2012—, tras la fuerte expansión registrada en el inicio del año.

“La mayor economía europea sufre una gripe de verano”, dijo Marco Wagner, economista del Commerzbank, citado por la agencia DPA, quien se atrevió a pronosticar una caída del PIB en el segundo trimestre provocada por la producción industrial que creció de mayo a junio en apenas un 0,3% y no en el 1,2% esperado por los analistas.

La economía alemana se enfría a causa del conflicto con Rusia por Ucrania | Economía | EL PAÍS

16/07/2014

Velho continente, velha mania de superioridade

Der Spiegel

Primeiro foi aquela capa da Der Spiegel, jogando uma bola incandescente sobre a cidade maravilhosa. Com uma análise depreciativa a respeito do Brasil.

Agora, o vídeo com a comemoração da seleção em que alguns jogadores nos imitam como se fôssemos macacos.

Não entendo alemão, por isso não sei o se o que o texto do Flávio Aguiar diz é verdadeiro ou falso, mas eu acredito neste gaúcho de conheço de largas leituras desde os tempos da Letras na UFRGS, não só pelos anos de estrada que tem, mas também a respeito do seu conhecimento da Alemanha, pois lá vive e trabalha.

E pelo que Flávio Aguiar já publicou, não foi apenas um momento de descontração, inebriados pela vitória. O dia a dia por lá, em Berlim, tem sido mais ou menos isso. O desprezo pelo Brasil que acolheu tantos alemães. Aliás, algo muito parecido com o que se passava na Itália de Sílvio Berlusconi. O desprezo pelos brasileiros tidos e havidos como vagabundos que iam para a Itália buscar cidadania para roubar dos italianos emprego e renda.

Se se dessem ao respeito e pensassem porque tantos europeus aportaram no Brasil, e em que condições, talvez fizessem um mea culpa. O país que abrigou os filhos que eles trataram como bastardos e que agora os reconhece como macacos, deu-nos a oportunidade de “fazer a América”.

santiago2Dizem que houve algo parecido na Argentina, com torcedores revoltados com a derrota da seleção chamaram brasileiros de macacos. Mas, pelo que li no feice, teria sido apenas com a torcida. Não se tem notícia de que algo parecido tenha sido dito por jogadores.

Depois dos desmentidos a respeito da sede em Santa Cruz Cabrália, ao lado de Porto Seguro, na Bahia, agora os alemães aprontaram mais esta. 

Aliás, que coincidência. Escolheram o local onde os conquistadores aportam. Foi lá que os tais de descobridores trocaram espelhinhos por pepitas de ouro…

Pior do que o velho colonialismo são nossos vira-latas, que se ajoelham para qualquer europeu. Nossos racistas aproveitaram o cumprimento da Presidente Dilma aos jogadores da Seleção Alemã para acusa-la de racista. Editaram um vídeo e divulgaram para mostrar que Dilma não teria cumprimentado Boateng, da mesma forma como inventaram a tal de construção de centro pela Alemanha que deixaria de legado… Fizeram um carnaval pela doação de 30 mil euros. Puxa, é menos de um terço de um mês de salário do Mario Götze! Bolsa esmola é isso aí!

Há vários motivos para se torcer pela Alemanha. A começar pela a descendência europeia, um bom futebol. Mas a pior foi porque, dizem, houve planejamento. Porra! Então quer dizer que a Argentina não fez planejamento? A Costa Rica não fez planejamento? Muito me assustaria se alguém disse que Inglaterra, França, Holanda, Espanha e Itália não tivessem feito planejamento. Como diz o ditado, vira-lata que acredita nisso, acredita em tudo!

Depois de todo marketing para cima dos brasileiros, “esbanjando simpatia na praia”, em casa revelam o outro lado. Parece que não estavam na praia, mas no zoológico, interagindo com os macacos brasileiros. Os gaúchos que tanto festejaram os alemães, de repente se veem comparados a macacos.

Quanto estive na Holanda, nos anos 90, os holandeses me contaram uma faceta nada amigável dos alemães. Disseram que os alemães invadiam Amsterdã nos fins de semana para se intoxicarem de bebida, maconha e sexo, que na Holanda era, sob controle, liberado, sujavam calçadas e faziam xixi pela rua. Depois voltavam para a Alemanha e se comportavam como bons pais de família.

Agora, me digam, de que valem tantos prêmios Nobel?! De que serve estudar, ter curso superior se a pessoa não consegue descortinar dos seus estudos uma contextualização, uma comparação histórica.

Nos nos 1700, quando éramos colônia de Portugal, os alemães já podiam ler Kant. Os brasileiros já eram traídos por Joaquim Silvério dos Reis

Que lástima! Jogadores alemães jogam fora patrimônio da Copa

Podem ter tomado muita coisa. Mas o que veio à tona é horrível. É sinal de que a taça não está em boas mãos. Caiu nas velhas mãos do racismo alemão.

Flávio Aguiar

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Foi triste. Muito triste.
A comemoração era legítima. O orgulho do povo também. A Alemanha conquistara a 4ª. Copa do Mundo. Com um desempenho de equipe brilhante. Poderia ter sido melhor, mas foi o melhor. Deu um baile no Brasil e teve uma vitória sofrida contra a Argentina na final.
Ergueram a taça, levaram o caneco pra casa.
Aí desandou. (VEJA AQUI O VÍDEO)

500 mil pessoas estavam em Berlim, para a comemoração. Desde a manhã, as ruas estavam tomadas, sobretudo entre o aeroporto de Tegel e o Portão de Brandenburgo, onde haveria o evento oficial.
Aí a maionese desandou.
Não sei de onde partiu a ideia.
Seis jogadores: Klose, Schürrle, Mustafi, Götze, Weidenfeller e Kroos – entraram na passarela imitando macacos, andando quase de cócoras, e gritando: “assim andam os gauchos”. Depois se erguiam e gritavam: “assim andam os alemães”.
Uma lástima.
Depois vinham outros jogadores: Schweinsteiger, Neuer, Höwedes, Grosskreuz, Draxler, Matthias Günther, imitando uma fila indiana (como os brasileiros entravam em campo) se abaixando.
Uma pena.
Houve até aplausos.
Jogaram fora uma vitória. Esta é a Copa das surpresas.
A Alemanha deu uma lição ao mundo ao criar uma seleção multi-culti.
E agora os jogadores que lideraram e usufruíram desta revolução deram a meia volta no relógio da história e protagonizaram esta cena ridícula e vergonhosa.
Podem ter tomado muita coisa. Mas o que veio à tona é horrível. É sinal de que a taça não está em boas mãos. 
Caiu nas velhas mãos do racismo alemão.
Infelizmente.
A seleção alemã tem que fazer um arrependimento coletivo, e merecer o que ganhou.

Créditos da foto: http://p5.focus.de/img/fotos/origs3991304/5184519079-w467-h274-o-q75-p5/foto-show.jpg

Que lástima! Jogadores alemães jogam fora patrimônio da Copa – Carta Maior

15/07/2014

Como se diz Pão e circo em alemão?

Filed under: Alemanha,Complexo de Vira-Lata,Copa 2014,Populismo — Gilmar Crestani @ 8:58 am
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Copa 2014

Seleção alemã chega a Berlim e é recebida por 500 mil pessoas

EFE

15 Julho 2014 | 07h 43

Elenco desfilou em carro aberto até o Portão de Brandemburgo, palco das grandes comemorações esportivas do país

A seleção alemã de Joachim Löw aterrissou nesta terça-feira no aeroporto de Tegel, em Berlim, pouco depois das 10h locais (5h de Brasília) em seu retorno do Brasil após conquistar pela quarta vez a Copa do Mundo, enquanto centenas de milhares de torcedores (estima-se mais de 400 mil fãs) esperam pelos heróis do tetra no Portão de Brandemburgo.

O avião especial da Lufthansa pousou no aeroporto de Berlim com mais de uma hora de atraso devido a um problema técnico detectado antes da decolagem no Rio de Janeiro. Centenas de pessoas e muitas câmeras de televisão esperavam a chegada do avião em Tegel e receberam com aplausos e gritos entusiasmados o capitão da seleção, Philipp Lahm, o primeiro a aparecer com a taça Fifa.

Após Lahm, foi a vez do restante da equipe, que pôde observar do alto, enquanto o avião sobrevoava a cidade, a multidão que os espera nas imediações do Portão de Brandemburgo, o coração "Fan Mile", o maior espaço público do país destinado às transmissões ao vivo das partidas do Mundial.

CHEGADA DA SELEÇÃO ALEMÃ A BERLIMMorris Matzen/Reuters

Jogadores alemães são recepcionados por mais de 500 mil pessoas na cidade de Berlim. Foi montado um palco de 30 metros, em frente ao Portão de Brandemburgo.

Lá estão concentrados desde o início da manhã os milhares de torcedores, que acompanharam sua chegada nos mesmos telões em que assistiram a todos os jogos da conquista do tetra no Brasil. A vitória no domingo, na final disputada contra a Argentina no Maracanã, veio após o gol de Mario Götze na prorrogação e gerou um entusiasmo futebolístico, misturado com certo patriotismo, em todo o país.

Trata-se do quarto título da seleção alemã – após as conquistas de 1954, 1974 e 1990 – e o primeiro que será comemorado junto ao emblemático monumento de Berlim, que desde 1999 voltou a ser a sede do governo e do Parlamento alemão.

Para a celebração, foi montado um palco de 30 metros onde são esperados o herói da conquista, o jovem Götze, e o restante da equipe, além da taça Fifa, diante de um mar de gente vestida com as cores da bandeira alemã, o amarelo, o vermelho e o preto.

O palco será o mesmo no qual a seleção alemã agradeceu ao público local pelo apoio recebido durante o Mundial sediado no país em 2006, quando a equipe terminou na terceira colocação. A organização anunciou que após o ato oficial com os jogadores, de uma hora de duração, a celebração continuará por mais cinco horas com diversas atuações musicais. São esperadas 500 mil pessoas nas comemorações.

A cidade receberá os campeões do mundo com um grande cartaz com a mensagem: "Obrigado meninos. Campeões do Mundo 2014"

De enlouquecer vira-lata

Filed under: Alemanha,Copa 2014,Ladrões — Gilmar Crestani @ 8:28 am
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Alemães são presos por furto de estátua

Segundo a polícia, dupla despachou mala com peça de exposição realizada no aeroporto de Guarulhos

DE SÃO PAULO

Dois alemães foram presos na tarde desta segunda (14) no aeroporto de Guarulhos (Grande São Paulo), acusados de terem furtado a estátua de uma exposição.

Os estrangeiros, de 39 e 48 anos, estão no Brasil há cerca de um mês e foram presos em um restaurante do aeroporto. Eles vinham do Rio de Janeiro, onde assistiram à final da Copa.

Quando foi detida, a dupla já havia feito o check-in e despachado as bagagens, e aguardava o horário para embarcar de volta para seu país.

De acordo com a polícia, eles visitaram uma mostra temática do Mundial que é realizada no terminal 3 do aeroporto, e furtaram uma estátua que estava em exposição.

A segurança percebeu o sumiço da peça e analisou as câmeras de vigilância do local, o que identificou os alemães como os autores do furto.

Um investigador afirmou que os estrangeiros haviam colocado a estátua em uma das malas que foram despachadas. Eles foram autuados por furto e encaminhados ao 1º DP de Guarulhos.

 

http://www1.folha.uol.com.br/fsp/esporte/176062-alemaes-sao-presos-por-furto-de-estatua.shtml

14/07/2014

Planejamento? Uma pinoia!

Filed under: Alemanha,CT da Alemanha,Marqueteiro,Planejamento,Projeto Imobiliário — Gilmar Crestani @ 11:26 pm
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Os alemães devem estar rindo à toa, e não é só por terem conquistado a Copa das Copas. Ganharam de graça, ou por outro intere$$e, a $impatia da imprensa brasileira. Os macacada fica papagaiando que planejaram tudo. Dez anos. E por isso ganharam a Copa. Pela quarta vez. E nas outras três? Haviam planejado também? A Argentina que ficou em segundo, não planejou.

Mas que planejamento é este que dependeu de quatro erros capitais: os gols perdidos por Higuaim, Messi, Palácios e pênalti não marcado.

Sim, o brasileiro somos antes de tudo, crédulos. E a Alemanha é pátria mãe dos contos infantis. Em contos de fada dos Irmãos Grimm… Se contassem uma história de boi que cruza com tomate, a Veja daria capa, e proporia um termo: boimate! É ou não é?!

Fim do mistério: ‘CT’ da Alemanha existe há cinco anos e é na verdade projeto imobiliário

Publicado em 19/12/2013, 07:00 /Atualizado em 14/07/2014, 10:10Marcus Alves, de Santa Cruz Cabrália (BA), para o ESPN.com.br

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A entrada pela praia do Campo Bahia em Santo André, no município de Santa Cruz Cabrália

A entrada pela praia do Campo Bahia em Santo André, no município de Santa Cruz Cabrália

Assim que a seleção alemã encerrar a sua participação na Copa do Mundo, no ano que vem, o quartel-general do país no vilarejo de Santo André, em Santa Cruz Cabrália, na região Sul da Bahia, será todo ele colocado à venda. O objetivo dos investidores é recuperar o investimento que está sendo feito na construção da estrutura que pode demorar mais do que o esperado para ficar pronta e ser entregue apenas em maio.

Ao todo, o ‘Campo Bahia’, como foi batizado, conta com 14 casas, incluindo uma área de convivência para a delegação europeia. A expectativa é de que todo esse complexo seja transformado num condomínio ao fim do Mundial.

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A informação foi confirmada ao ESPN.com.br, nesta quarta-feira, pelo gestor do empreendimento Tobias Junge.

"É um condomínio para morar. As casas serão vendidas. Queremos amortizar o que foi colocado aqui. Um valor alto, mas que prefiro não te falar (risos). É uma coisa arriscada que estamos fazendo. Um risco porque não existe garantia de que vamos conseguir comprador para um imóvel de 400 m²", afirma.

Ao contrário do que se noticiou na última sexta-feira, após a confirmação pela federação alemã (DFB) de sua ida para Cabrália, a entidade não está por trás do projeto. Ele existe há praticamente cinco anos e teve no próprio Junge um de seus idealizadores. O diretor, que mora em Porto Seguro e tem raízes no ramo de mineração no interior baiano, será um dos que lucrará com a comercialização do local.

ESPN.com.br

Piscina destinada aos atletas

Piscina destinada aos atletas

Ele não está entre os principais investidores do complexo, no entanto. O empresário Kay Bakemeier, ligado à seguradora Allianz Seguros, e Christian Hirmer, magnata do mundo da moda, são os responsáveis pela maior parte do dinheiro aplicado na obra.

Os dois estiveram por diversas vezes ao lado da comitiva alemã liderada pelo ex-jogador Oliver Bierhoff nas cinco visitas feitas ao Campo Bahia. Hirmer tem chegada marcada a Porto Seguro no próximo dia 28 de dezembro e deverá passar o réveillon no Eco Resort, na vizinha Arraial D’Ajuda.

A princípio, está prevista apenas uma mudança para venda nas casas do arquiteto capixaba Sandro Pretti: a substituição de um dos quartos por uma cozinha. A ausência do compartimento foi um dos pedidos especiais feito pela DFB depois da abertura de negociações no fim do ano passado. Em contato com a reportagem, um membro da federação revelou que a ideia é concentrar, assim, todo o elenco no centro de convivência e "evitar que se tenha um grupo do Borussia Dortmund e outro do Bayern de Munique fazendo espaguete sozinho".

Os atletas ocuparão as quatro casas localizadas de frente para o mar e terão a possibilidade de fazer parte de seus exercícios, como spinning, a céu aberto.

O complexo está situado ao lado do principal resort da vila, o Mabu Costa Brasilis. A estratégia inicial era fazer dele o representante de Santa Cruz Cabrália na briga por seleções, porém, a CVC, então proprietária do espaço, não se mostrou animada com a proposta na época.

"Sempre foi falado pelo Bierhoff deixarmos um legado, mas não aqui com essas casas. Um legado para Santo André, na verdade, com educação, crescimento do turismo, internet de altíssima qualidade", diz o gestor Tobias Junge.

A Alemanha está no grupo G do Mundial, ao lado de Portugal, Gana e Estados Unidos. O time comandado por Joachim Löw faz a sua estreia contra os lusitanos, no dia 16 de junho, em Salvador. Os seus demais jogos serão todos na região Nordeste, em Fortaleza e no Recife.

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Fim do mistério: ‘CT’ da Alemanha existe há cinco anos e é na verdade projeto imobiliário – ESPN.com.br

11/07/2014

Só podia ser coisa de brasileiros… SQN

Terremoto na Alemanha

O governo alemão decidiu expulsar o chefe do serviço secreto norte-americano do país. O referido é agente da CIA e estava lotado na Embaixada.

Flávio Aguiar

Deutsche Welle

Berlim – Não, não são ainda os preparativos para a possível (e esperada) comemoração da quarta conquista da Copa do Mundo (falta ainda, é claro, “combinar com os argentinos”, como diria o Mané Garrincha).
Trata-se de que o governo alemão decidiu expulsar o chefe do serviço secreto norte-americano do país. O referido é agente da CIA e estava  lotado na Embaixada há cerca de um ano. Provavelmente está pagando o pato pelas artes praticadas pelo seu antecessor.
O motivo imediato da medida foi a descoberta de um agente duplo no Bundesnachrichtendienst (que seria o equivalente ao nosso antigo Serviço Nacional de Informações, encarregado da espionagem internacional) que passava informações para os norte-americanos, seguida da descoberta de um outro agente, desta vez um funcionário do Ministério da Defesa, que faria parte do esquema.
O primeiro agente é acusado de passar 218 documentos do BND para os norte-americanos em troca de 25 mil euros. Entre estes haveria documentos sobre a investigação que vem sendo conduzida por uma Comissão Parlamentar de Inquérito no Bundestag sobre as denúncias de Edward Snowden (que, diga-se de passagem, pediu que a Rússia prorrogue o prazo do seu asilo, que termina em agosto). Ambos os agentes duplos teriam sido recrutados pelo antecessor do atual agente da CIA na Embaixada.
Porém o presente caso, na verdade, foi  uma espécie de gota d’água ‘num pote até aqui de mágoa’, para parafrasear Chico Buarque e Paulo Pontes. O governo alemão sente-se profundamente decepcionado pela falta de explicações convincentes de seus colegas norte-americanos sobre a espionagem dos serviços de inteligência dos EUA no país.
Além de ter seu próprio telefone grampeado, a chanceler Angela Merkel enfrentou a desfeita de ver negado o pedido para ter acesso a seu próprio dossiê na National Security Agency. Tudo o que a chanceler conseguiu foi a promessa de que o seu telefone não seria mais grampeado.
Ademais a Alemanha sempre desejou ser incluída no chamado “Grupo dos Cinco Olhos”, formado por Estados Unidos, Reino Unido, Canadá, Nova Zelândia e Austrália, que têm seus serviços secretos integrados quanto à troca de informações. O pedido foi relembrado na sequência das denúncias de Edward Snowden, para ser novamente rejeitado, com o argumento de que se ele fosse atendido, outros países se sentiriam no direito de também pleitear a inclusão.
Na verdade todo este imbróglio mostra apenas a posição subalterna que a Alemanha tem no sistema de logísitica militar e de informação, basicamente, dos Estados Unidos, que é o país que literalmente manda no Grupo dos Cinco Olhos. E a situação só piorou para a auto-estima germânica com a descoberta de que seus agentes estavam desfrutando das primícias e benesses do serviço secreto dos Estados Unidos.

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