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14/03/2012

Divina Comédia antissemita, que “judiaria”!

Filed under: Cultura,Divina Comédia,Preconceito — Gilmar Crestani @ 8:05 am

Para limpar obras e palavras da carga racista, ou mesmo sexista, ainda levaremos algum tempo. Como o termo judiaria, cantado em prosa e versa, traz toda uma carga sobre o povo judeu, exatamente quem, na história, mais apanhou. Ainda se fosse decorrente da relação atual, com os palestinos. Mas, não, é do tempo da Inquisição e mesmo antes.

Judiaria, na wikipédia

O termo deixou de existir oficialmente após as conversões forçadas de 1497, mas continuou a povoar o imaginário popular. Com o advento da introdução da Inquisição em Portugal, na primeira metade do século XVI, a propaganda antissemita inquisitorial haveria de transformar radicalmente o sentido da palavra, distorcendo-o até aos nossos dias.

As judiarias surgiram em princípio como resultado da intolerância praticada pelos cristãos e do desejo por parte dos judeus de manter sua unidade e exclusividade. O papa Paulo IV criou a primeira judiaria legal em Roma no ano 1555. Judiarias similares foram criadas na maioria dos países da Europa durante os três séculos seguintes. Deveriam estar rodeadas por muralhas e suas portas eram fechadas ao anoitecer. A abolição desse sistema produziu a raiz da Revolução Francesa e dos movimentos liberais do século XIX. Em 1870 a judiaria de Roma, a última legal que existia na Europa, foi abolida por Vítor Emanuel II, rei de Itália.

Judiaria

Lupicínio Rodrigues

Agora você vai ouvir aquilo que merece
As coisas ficam muito boas quando a gente esquece
Mas acontece que eu não esqueci a sua covardia, a sua ingratidão
A judiaria que você um dia fez pro coitadinho do meu coração

Estas palavras que eu estou lhe falando
Têm uma verdade pura, nua e crua
Eu estou lhe mostrando a porta da rua
Pra que você saia sem eu lhe bater

Já chega um tempo que eu fiquei sozinha
Que eu fiquei sofrendo, que eu fiquei chorando
Agora quando eu estou melhorando
Você me aparece pra me aborrecer

Consulenti ONU: “La Divina Commedia è razzista, islamofobica e antisemita. Via dalle scuole”

Gherush92 è una nota organizzazione di ricercatori e professionisti che gode dello status di consulente speciale con il Consiglio Economico e Sociale delle Nazioni Unite. Svolge progetti di educazione allo sviluppo dei diritti umani ed è presieduta da Valentina Sereni. L’ultimo studio riguarda la Divina Commedia: ecco i principali punti.

La Divina commedia è razzista

Stereotipi, luoghi comuni, contenuti e frasi offensive, razziste, islamofobiche e antisemite che difficilmente possono essere comprese e che raramente vengono evidenziate e spiegate nel modo corretto. E’ il contenuto di alcune terzine della Divina Commedia che, secondo Gherush92, andrebbe eliminata dai programmi scolastici o, quanto meno, letta con le dovute accortezze.

”La Divina Commedia – spiega all’Adnkronos Valentina Sereni, presidente di Gherush92 – pilastro della letteratura italiana e pietra miliare della formazione degli studenti italiani presenta contenuti offensivi e discriminatori sia nel lessico che nella sostanza e viene proposta senza che via sia alcun filtro o che vengano fornite considerazioni critiche rispetto all’antisemitismo e al razzismo”.

Calunnia il popolo ebraico

‘Studiando la Divina Commedia – sostiene Gherush92 – i giovani sono costretti, senza filtri e spiegazioni, ad apprezzare un’opera che calunnia il popolo ebraico, imparano a convalidarne il messaggio di condanna antisemita, reiterato ancora oggi nelle messe, nelle omelie, nei sermoni e nelle prediche e costato al popolo ebraico dolori e lutti”.

E ancora, prosegue l’organizzazione, "nel canto XXIII Dante punisce il Sinedrio che, secondo i cristiani, complotto ‘contro Gesu’; i cospiratori, Caifas sommo sacerdote, Anna e i Farisei, subiscono tutti la stessa pena, diversa però da quella del resto degli ipocriti: per contrappasso Caifas è nudo e crocefisso a terra, in modo che ogni altro dannato fra gli ipocriti lo calpesti”.

”Nel canto XXVIII dell’Inferno – spiega ancora Sereni – Dante descrive le orrende pene che soffrono i seminatori di discordie, cioè coloro che in vita hanno operato lacerazioni politiche, religiose e familiari. Maometto è rappresentato come uno scismatico e l’Islam come una eresia. Al Profeta è riservata una pena atroce: il suo corpo è spaccato dal mento al deretano in modo che le budella gli pendono dalle gambe, immagine che insulta la cultura islamica. Alì, successore di Maometto, invece, ha la testa spaccata dal mento ai capelli. L’offesa – aggiunge – è resa più evidente perchè il corpo ”rotto” e ”storpiato” di Maometto è paragonato ad una botte rotta, oggetto che contiene il vino, interdetto dalla tradizione islamica. Nella descrizione di Maometto vengono impiegati termini volgari e immagini raccapriccianti tanto che nella traduzione in arabo della Commedia del filologo Hassan Osman sono stati omessi i versi considerati un’offesa”.

Il canto 34

Sotto la lente di ingrandimento in particolare i canti XXXIV, XXIII, XXVIII, XIV. Il canto XXXIV, spiega l’organizzazione, è una tappa obbligata di studio. Il personaggio e il termine Giuda e giudeo sono parte integrante della cultura cristiana: ”Giuda per antonomasia è persona falsa, traditore (da Giuda, nome dell’apostolo che tradi’ Gesu’)”; ”giudeo è termine comune dispregiativo secondo un antico pregiudizio antisemita che indica chi è avido di denaro, usuraio, persona infida, traditore” (De Mauro, Il dizionario della lingua italiana). Il significato negativo di giudeo è esteso a tutto il popolo ebraico. Il Giuda dantesco è la rappresentazione del Giuda dei Vangeli, fonte dell’antisemitismo.

Rapporti contro natura

Anche i sodomiti, cioè coloro che ebbero rapporti “contro natura”, sono puniti nell’Inferno: I sodomiti, i peccatori più numerosi del girone, sono descritti mentre corrono sotto una pioggia di fuoco, condannati a non fermarsi. Nel Purgatorio i sodomiti riappaiono, nel canto XXVI, insieme ai lussuriosi eterosessuali.

Nessuna censura

”Non invochiamo né censure né roghi – precisa Sereni – ma vorremmo che si riconoscesse, in maniera chiara e senza ambiguità che nella Commedia vi sono contenuti razzisti, islamofobici e antisemiti. L’arte non può essere al di sopra di qualsiasi giudizio critico. L’arte è fatta di forma e di contenuto e anche ammettendo che nella Commedia esistano diversi livelli di interpretazione, simbolico, metaforico, iconografico, estetico, ciò non autorizza a rimuovere il significato testuale dell’opera, il cui contenuto denigratorio è evidente e contribuisce, oggi come ieri, a diffondere false accuse costate nei secoli milioni e milioni di morti. Persecuzioni, discriminazioni, espulsioni, roghi hanno subito da parte dei cristiani ebrei, omosessuali, mori, popoli infedeli, eretici e pagani, gli stessi che Dante colloca nei gironi dell’inferno e del purgatorio. Questo è razzismo che letture simboliche, metaforiche ed estetiche dell’opera, evidentemente, non rimuovono”.

”Oggi – conclude Sereni – il razzismo è considerato un crimine ed esistono leggi e convenzioni internazionali che tutelano la diversità culturale e preservano dalla discriminazione, dall’odio o dalla violenza per motivi razziali, etnici, nazionali o religiosi, e a queste bisogna riferirsi; quindi questi contenuti, se insegnati nelle scuole o declamati in pubblico, contravvengono a queste leggi, soprattutto se in presenza di una delle categorie discriminate. E’ nostro dovere segnalare alle autorità competenti, anche giudiziarie, che la Commedia presenta contenuti offensivi e razzisti che vanno approfonditi e conosciuti. Chiediamo, quindi, di espungere la Divina Commedia dai programmi scolastici ministeriali o, almeno, di inserire i necessari commenti e chiarimenti”.

Consulenti ONU: “La Divina Commedia è razzista, islamofobica e antisemita. Via dalle scuole” – AgoraVox Italia

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